Sindacato Lavoratori Comunicazione
                                        Siracusa
ORARIO DI LAVORO DEI QUADRI
 
Il telex n.° 5741 diramato dalla Direzione Centrale Risorse Umane in data 28/10/98, avente per oggetto alcune precisazioni riguardanti l’orario di lavoro del personale inquadrato nell’area "Quadri", ha suscitato reazioni alquanto variegate tra tutti i colleghi interessati.

Infatti, alcuni l’hanno interpretato come una boutade del Dr. Micheli, altri come una provocazione ed altri ancora come una mera esercitazione letteraria da parte dell’estensore dello scritto.

A nostro avviso si tratta invece di un grave attacco a tutta la categoria, palesemente in violazione del C.C.N.L. o, ad essere benevoli, a dimostrazione di una approssimativa conoscenza dello stesso e delle reali condizioni di lavoro con le quali si scontrano giornalmente i lavoratori QUADRI delle Poste Italiane S.p.A..

Questo nostro giudizio scaturisce proprio dalla lettura del C.C.N.L. a cui fa riferimento il Dr. Micheli.

E’ vero che l’art. 38 al comma 2 prevede per i quadri la possibilità di "modulare in maniera flessibile l’articolazione della propria prestazione giornaliera in diretta correlazione alle esigenze di servizio relative al settore di appartenenza", fermo restando però quanto previsto dall’Art.9 dello stesso contratto.

In parole povere, per spiegare il linguaggio politichese, ciò significa, se conosciamo bene la lingua Italiana, che viene superato il concetto della prestazione giornaliera di 6 ore lavorative ma, nel contempo il monte ore settimanali non deve eccedere le 36 ore complessive.

A questo punto l’osservazione che tutte le persone di buon senso fanno è che per mettere in atto quanto detto, il personale interessato deve essere messo in condizione di realizzare tale assunto, cioè di poter modulare il proprio monte ore, cosa che al momento attuale è pura utopia. Infatti a causa della grave e cronica carenza di personale, tutti gli operatori disponibili, almeno nelle Agenzie di contatto, devono essere applicati necessariamente agli sportelli per fronteggiare le richieste di una clientela sempre più esigente.

Se poi a questo si aggiunge il fatto che non esistono più unità di "supporto" alla sportelleria, appare evidente anche per i più ciechi che la presenza dei Quadri sul posto di lavoro è indispensabile per tutto l’arco lavorativo giornaliero, ciò in considerazione pure dei delicati compiti che sempre più gli vengono delegati.

Occorre far rilevare, inoltre, che la presenza di tale figura professionale è essenziale sia all’apertura dell’Agenzia, come pure al momento delle chiusure contabili.

E’ altresì notorio a tutti che ormai i tempi di elaborazione degli adempimenti contabili sono dettati dalle apparecchiature e che i tempi stessi si sono allungati a dismisura per via dei sempre più complessi e farraginosi sistemi contabili applicati ai nuovi servizi senza il supporto di adeguato software.

In questo contesto ci chiediamo: come è umanamente possibile per un quadro modulare la propria prestazione senza superare il plafond delle 36 ore settimanali?

Queste realtà, i nostri Manager: le ignorano o fingono di non saperle? O più semplicemente se ne infischiano, in un’ottica che prevede il massimo sfruttamento dei lavoratori?

Se poi si vuole interpretare il contratto nel senso che l’indennità di funzione erogata ai Quadri è da ritenersi onnicomprensiva per ricompensare tutti i disagi e tutti i sacrifici sopportati dalla categoria, noi affermiamo che questa lettura è una vera impostura.

A tale riguardo esistono delle precise sentenze, passate in giudicato, emesse dagli organi giurisdizionali che negano ogni valore a tale interpretazione. Sono delle sentenze che parlano chiaro e che condannano l’Azienda.

C’è da aggiungere poi che la società Poste, con una certa periodicità chiama i Quadri a partecipare a corsi, seminari, conferenze ed aggiornamenti vari da tenersi in orari pomeridiani, o comunque in orario in cui le Agenzie sono chiuse "per non compromettere il buon andamento dei servizi".

Ma allora, diciamo noi: non è una contraddizione affermare che il Quadro può modularsi la propria prestazione quando si ritiene indispensabile la sua presenza nell’arco d’orario dell’apertura al pubblico dell’Agenzia per non compromettere il buon andamento dei servizi? Oppure si vuole intendere che l’onere della formazione resti a totale carico del personale e non dell’Azienda?

Qui bisogna fare chiarezza una volta per tutte, perché è impensabile che un lavoratore, sol perché percepisce l’indennità di funzione, resti a disposizione dell’Azienda a tempo indeterminato.

Altro punto sibillino ed assurdo resta l’ultimo comma del predetto telex che recita testualmente: "nell’applicare i principi su esposti il dirigente dovrà comunque curare che la durata complessiva della prestazione lavorativa dei quadri non valichi per quantità e qualità i limiti di ragionevolezza in rapporto alla necessaria tutela della salute e dell’integrità psicofisica costituzionalmente garantita".

Sbagliamo, o questo arzigogolare con le parole è un implicito riconoscimento che la prestazione dei Quadri eccede di norma ogni limite sopportabile e che comunque, questo andazzo di cose a lungo andare può provocare danni alla salute? Se non è così, cosa vuol significare il Dott. Micheli con queste belle parole? E poi, con quale metro e da chi viene valutata la ragionevolezza della prestazione? Ed ancora qual è il limite invalicabile perché una persona ne risenta fisicamente e psicologicamente in conseguenza del troppo lavoro?

Questi interrogativi esigono risposte concrete e chiare!

Per tutte le considerazioni fatte, questo sindacato ritiene che la direttiva in questione debba essere ritirata e che occorre trovare urgenti ed idonee soluzioni ad un problema reale, problema che parecchi colleghi hanno risolto rivolgendosi alla Magistratura con conseguente condanna delle Poste.

Siracusa,   Novembre 1998

SLC-CGIL SIRACUSA
COORDINAMENTO AGENQUADRI
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