Se facciamo
a chi la spara più grossa, allora vince di sicuro chi l'ha fatto
scrivere pure sul giornale (SLP CISL) che in Sicilia rappresenta l'80%
dei lavoratori delle POSTE.
Al contrario,
una semplice considerazione è obbligatoria: Vero è che la
Sicilia, e Siracusa sono la regione e la provincia che hanno sfornato fior
di dirigenti sindacali di calibro nazionale e regionale, ma è anche
vero però che, a giudicare dallo stato in cui versano le poste,
non pare proprio che la realtà Siciliana e quella Siracusana ne
abbiano mai beneficiato poi tanto.
Al contrario,
continuiamo ancora a distinguerci per arretratezza e
per il rilevante
concorso al deficit di bilancio di Poste S.p.A..
Se allora
è vero il dato dell'80%, perché la denuncia di carenze tanto
macroscopiche ed inaccettabili, l'ha dovuta fare il nuovo gruppo dirigente
della CGIL?
Ci riferiamo
alla promiscuità dei servizi igienici divisi tra uomini e donne,
ai luoghi di lavoro fatiscenti, all'esigenza di distribuire equamente gli
organici negli uffici.
Tutto ciò
dimostra che le Poste non hanno più bisogno di un sindacato di regime,
che confonde ancora il proprio ruolo con quello dell'azienda, che non agevola
questa delicata fase di trasformazione, e che agisce per mantenere il proprio
potere ostacolando il cambiamento esercitando il becero ricatto clientelare
(figlio di quell'80%).
Prova di tutto
questo è l'odioso clima di ricatto permanente instaurato in filiale,
caratteristica tutta postale, secondo la quale ogni lavoratore, di fronte
ai processi di mobilità del personale, teme realmente per la propria
sorte, in quanto la totale assenza di regole che vige in azienda e quindi
la mancanza di criteri oggettivi, fanno sì che chiunque possa essere
sbattuto ovunque. L'unica regola che conta è quella del clientelismo,
e della discrezionalità di un azienda complice ed esecutrice, delle
scelte di quelli dell'80%.
Non sappiamo,
a questo punto se in quel numero rientri pure l'azienda, una cosa sola
è certa, e cioè che così continuando le poste Siciliane
non avranno alcun futuro.
Siracusa li, 25/02/99
SLC-CGIL SIRACUSA