33 anni dai fatti di AVOLA
2 Dicembre 2001
28 Novembre
- 2 Dicembre 1968 Ad avola (Siracusa) i braccianti agricoli scendono in
piazza contro le gabbie salariali.
L'apparato repressivo della stato, mette in mostra l'aspetto più brutale, interviene la Polizia che spara sulla folla dei contadini manifestanti.....
Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia
rimangono uccisi, colpiti dalle pallottole della polizia,
altri 50 contadini vengono feriti.
Testimonianza di chi era presente alla strage:
Angelo Minnino 52 anni bracciante
"Quel maledetto 2 Dicembre 1968 mi trovavo infreddolito come tutti gli altri compagni, per la notte passata a presidiare le barricate sulla strada...... la polizia già nei giorni passati si era dimostrata assai agguerrita, le cariche si ripetevano, noi rispondevamo con il lancio di pietre.
Ad un tratto.........i fucili che prima sparavano in aria furono puntati ad altezza d'uomo..... la vista delle fiammate che fuoriuscivano dalle canne dei fucili spianati, a prima vista non ci intimorì, già altre volte la polizia ci aveva sparato addosso a salve........... quando i compagni che ci stavano accanto cominciarono a cadere in terra colpiti, il panico ci prese tutti, ci fu qualcuno che tentò una reazione rabbiosa, ma la violenza della polizia non si arrestava......
..alla fine 2 di noi Angelo Sigona
e Giuseppe Scibilia furono uccisi,
e tanti altri compagni rimasero
feriti."
Testimonianza di Michele Palermo 55 anni lavoratore Edile
( ai tempi dei fatti soldato di
leva a Siracusa).
Il 2 Dicembre 1968 provenendo da Rosolini mio paese natale, mi dirigevo verso Siracusa per tornare in caserma dopo una breve licenza; erano circa le sei del mattino, quando a Chiusa di Carlo fui bloccato dai manifestanti. Chiesi di poter passare, mostrai la tessera militare per dimostrare che ero un soldato di leva, e che avevo urgenza di arrivare a Siracusa in caserma. I contadini, pur stanchi e infreddoliti per la notte passata a presidiare le barricate, ascoltarono le mie ragioni, e mi consentirono di passare (........)
Arrivato in caserma trovai un subbuglio generale, era arrivato l'ordine di mobilitazione e di partire subito....... destinazione Chiusa di Carlo.
Il mio pensiero volò a quei contadini che poche ore prima, si erano preoccupati di non farmi arrivare tardi in caserma, ora io imbracciato il fucile mi preparavo per andare contro di loro.
Il tragitto sul camion durò quasi un ora, tenendo il fucile stretto tra le gambe non riuscivo a capire se tremavo per il freddo o...per la paura.
Arrivati a destinazione, ( a distanza di circa 1 km. dal blocco) i camion si fermarono, e ci comandarono di presidiare un tratto di strada, rimanendo in attesa ...........di cosa ????
. In lontananza si sentivano gli echi della manifestazione, qualche sparo.....una, due, tre raffiche di mitra, urla grida........!
La sera stessa ci arrivarono in caserma gli echi di ciò che era accaduto nel pomeriggio a Chiusa di Carlo. In camerata si discuteva animatamente, chi aveva un parente, un amico di Avola si disperava al pensiero che potesse essere uno dei morti o dei feriti...... il mio pensiero era invece per l'umanità che avevo assaporato quella mattina.......
e ricordando i visi di quei contadini mi struggevo all'idea che forse ora erano morti.
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La CGIL di Siracusa....
per
non dimenticare.
Foto tratte dall'archivio fotografico della Camera del lavoro CGIL di Siracusa
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